Oggi i nostri pensieri sono rivolti a tutti i ciclisti che ogni giorno sono vittime della strada. A tutti i ciclisti ai quali viene strappata la vita per distrazione, ignoranza e noncuranza.
L’incidente di Scarponi: quale sicurezza sulle strade italiane?
Ogni volta che usciamo in bici siamo assolutamente consapevoli che esperienza e attenzione non sono mai sufficienti:
lo dimostrano i tristi episodi che oramai sono pressoché all’ordine del giorno su tutte le pagine di cronaca.
L’ultimo è proprio la tragica e improvvisa morte di Michele Scarponi, uno dei ciclisti più forti degli ultimi anni, uomo di punta della squadra Astana.
Michele, oltre a essere un grande campione, era un uomo solare, pieno di allegria e voglia di scherzare. Era quello che sapeva mettere sempre una risata anche nei momenti più difficili. Il ciclista che non sapeva per nulla al mondo rinunciare sia alla sua grandissima passione per la bici, sia alla gioia di trascorrere del tempo con la sua bellissima famiglia.
E così, come Michele, sono state e purtroppo saranno ancora tanti i ciclisti vittime della strada.
Dieci, cento, mille morti assurde e senza senso. Uno schiocco di dita, una bici distrutta sulla strada ed è tutto finito.
Ogni giro in bicicletta è una gita sul filo del rasoio
Si potrebbe parlare di codice della strada, di civiltà, di rispetto delle regole: tutti discorsi verissimi, appropriati e corretti ma che nulla hanno a che fare con ciò che è più importante, ovvero il RISPETTO PER LA VITA ALTRUI.
E’ purtroppo vero che siamo soggetti a fattori di rischio che sfuggono al nostro controllo e ne siamo consapevoli.
Ma ci teniamo a sottolineare che in caso di scontri tra macchine e biciclette è sempre il ciclista a pagare il prezzo più alto e che per stroncare una vita e innescare una straziante tragedia familiare ci vuole davvero poco.
Nel nostro piccolo non possiamo far altro che promuovere un cambio di mentalità trasformando la tristezza, la rabbia e lo sdegno in qualcosa di positivo. Perchèè lo facciamo? Perchè speriamo ogni giorno che il ciclismo possa essere praticato per quello che è: uno splendido sport, un inno alla vita e non una gita sul filo del rasoio.
Ci mancherai da morire Michele…