Giro d’Italia: la centesima edizione
Pratichiamo uno sport che dona sensazioni difficili da spiegare a parole.
Spesso queste sensazioni vengono vissute in solitaria, scalando una salita tra una goccia di sudore e l’altra. Altre volte invece le emozioni di migliaia di ciclisti convergono, si uniscono e si diffondono, contagiando interi paesi, città e nazioni. Uno dei momenti in cui questo accade è sicuramente il Giro d’Italia. Giunto quest’anno alla sua centesima edizione, il Giro100 ha attraversato il paese in 21 tappe, per un totale di 3615 chilometri. Si potrebbero citare tanti dati: i metri di dislivello, il numero di vittorie delle varie squadre, le maglie vinte. Ma questi dati oggi vogliamo lasciarli in disparte per parlarvi di come ci siamo legati al sottile filo rosa, che per quasi un mese ha unito migliaia di persone.

La penultima tappa
Come molti appassionati di ciclismo, dopo la fine del Giro d’Italia 2016, abbiamo atteso con impazienza l’annuncio delle tappe previste per il 2017. Subito dopo la prima conferenza stampa (in cui è stato svelato il percorso) ci siamo collegati al sito per leggere le date del passaggio nelle varie regioni.
Il giro, nel suo penultimo giorno, sarebbe partito da Pordenone, passato per Feltre, scalato il monte Grappa da Seren del Grappa e arrivato in Valsugana, località alla quale siamo particolarmente legati e di cui vi avevamo parlato in questa occasione.
La sorpresa più grande è stato scoprire che i ciclisti, per arrivare ad Asiago, avrebbero scalato la spendida salita che porta a Foza, località che dista solo 14 chilometri da Asiago. Proprio mentre la scalavamo la prima volta abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico se il Giro d’Italia avesse affrontato quella salita poco conosciuta.

Ricordando Michele
Date le premesse, non potevamo assolutamente perdere il passaggio del Giro su una delle nostre salite preferite. Purtroppo Filippo, a causa di impegni lavorativi, non è potuto essere lì con me.
La mattina del 16 maggio sono partita da Bassano del Grappa puntando le ruote verso la Valsugana: il passaggio del Giro è previso nel primo pomeriggio e ho sfruttato la mattinata per allenarmi in salita.
A Campolongo sul Brenta, con la coda dell’occhio, ho notato che sul fiume si rifletteva un lunghissimo striscione rosa. Un commovente tributo a Michele Scarponi: solo lo scorrere del fiume e le montagne sono stati testimoni del mio dolore. Il ricordo dell’incidente è ancora troppo fresco.

Ho sorriso al cielo: mi piace pensare che Michele sia lì, a ridere come sempre, perché un sorriso come il suo non lo può spegnere nessun incidente. Valstagna era già piena di persone che aspettavano impazienti il passaggio del giro. Fiocchi rosa e bandierine non si contano: quella mattina Valstagna era splendida vestita di rosa.

L’altopiano in rosa
Giunta a Primolano ho cominciato a scalare la prima salita della giornata. L‘altopiano di Asiago quel giorno mi ha letteralmente preso per mano: per ingannare il tempo, in poco meno di quattro ore, ho percorso oltre 70 chilometri con 1700 metri di dislivello.
Vedere i piccoli paesini dell’altopiano in festa per il passaggio del Giro è stato fantastico! Centinaia di persone affollavano Foza e Gallio e decine di biciclette percorrevano le strade dell’altopiano approfittando della chiusura al traffico veicolare.

Il passaggio dei ciclisti
Le ore sono passate velocemente e verso le 15 mi sono fermata a bordo strada in prossimità della fine della salita di Foza. Aspettando il passaggio mi sono stupita ancora una volta della bellezza del “popolo delle salite”. Persone di tutte le età, in sella alle loro bici o a piedi, affollavano per chilometri entrambi i lati della salita.
Verso le 15.30 il rumore di un clacson in lontananza ha annunciato il passaggio della carovana.
Ho abbassato lo sguardo e notato una scritta sull’asfalto “SCARPA VIVE”: il mio cuore si stringe ancora, Michele era davvero con noi, lo abbiamo sentito sull’asfalto, nelle voci del pubblico, nei cartelloni che gli sono stati dedicati, nell’amore che si respirava nell’aria.
Ormai mancava pochissimo: il boato di acclamazioni e la moto di supporto hanno preceduto il passaggio del gruppo di testa. In meno di dieci minuti, tutti i corridori sono sfrecciati sulla salita accompagnati da applausi e incitazioni. È stata subito magia, quella magia che soltanto una grande corsa come il Giro riesce a creare.

Dopo il passaggio del giro, il pubblico ha cominciato a disperdersi e le decine di ciclisti hanno lasciato la salita sfrecciando verso valle. Mi sono unita a loro e trenta minuti ero già alla stazione di Valstagna in attesa del treno per Bassano.
Il mio corpo è tornato a Padova, ma la mia testa e il mio cuore sono rimasti ancora per qualche giorno a Foza. Ho pensato al giro, a Michele, al ciclismo e mi sono sentita fortunata: la mia bici e la mia passione, mi hanno regalato una giornata davvero indimenticabile.
Manuela e Filippo
Link utili:
- Giro d’Italia 2017: http://www.giroditalia.it/it/
- Tappa 21 Pordenone-Asiago: http://www.giroditalia.it/it/tappa/tappa-20-2017/
Bellissimo post! Anche io condivido la passione per la bicicletta e durante la 20a tappa ero a Ca’ del Poggio! E’ stato un giro bellissimo nonostante tutto! Non vedo l’ora che arrivi il prossimo! 🙂
Grazie!! Infatti appena finisce un giro, non si fa altro che aspettare il prossimo 😉
vero!