Passo Pian delle Fugazze in bicicletta: la salita da Valli del Pasubio

Passo Pian delle Fugazze in bicicletta: la salita da Valli del Pasubio
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Il passo Pian delle Fugazze era da diversi mesi nella nostra lista di salite da ripercorrere prima dell’inizio dell’inverno. Lungo 11 chilometri, il passo di Pian delle Fugazze consente di immergersi letteralmente tra le suggestive cime delle Piccole Dolomiti. Siamo quasi di casa da queste parti e nonostante le ore di treno necessarie per raggiungere la zona, ne vale sempre la pena!

Il fascino delle Piccole Dolomiti

Ciò che ci ha sempre intrigato di queste cime, né tanto alte né tanto frequentate, è stato il loro particolare profilo, che più volte scorgiamo da Padova.
Le Piccole Dolomiti, che si scorgono ancora più chiaramente da Vicenza, non sono molto frequentate, se non dai ciclisti della zona. Ci è capitato più volte di nominare queste montagne a parenti e conoscenti e quasi nessuno ne conosceva l’esistenza.
D’altra parte, chi viene qui per la prima volta, rimane rapito dall’estensione e dai profili di queste cime, che non hanno nulla da invidiare alle loro sorelle maggiori.

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Altimetria del passo

Il passo Pian delle Fugazze collega Valli del Pasubio (Vicenza, Veneto) a Rovereto (Trento, Trentino), ed è percorribile dai due versanti delle rispettive località. Dal versante di Valli del Pasubio, il passo misura 11.6 chilometri, con un dislivello complessivo di 818 metri e una pendenza media del 7.1%.
Il passo è accessibile imboccando la SP46, facilmente raggiungibile anche da Schio (VI).

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La SP46 in localitàGisbenti (Valli del Pasubio): il monte Pasubio (sulla destra) e la Catena del Sengio Alto (sulla sinistra)

I primi 4 chilometri della salita risultano abbastanza pedalabili, con una pendenza in graduale aumento. Ciò permette alle gambe di carburare per affrontare così al meglio la parte restante.
A partire dal quarto chilometro la strada si impenna bruscamente e le pendenze si attestano costantemente tra il 10 e il 12%, con punte del 14%.
E’ questa la parte più dura, ma tra le fronde verdi degli alberi si può scorgere con chiarezza l’imponente massiccio del Pasubio, che da questo versante offre la meraviglia delle sue pendici scoscese.
Lo spettacolo dei suoi 2039 metri di verticalità allevia sicuramente le fatiche di questo tratto molto impegnativo.

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Le cime del Monte Pasubio svettano dalla vegetazione

Scorci dolomitici ricchi di storia

La salita prosegue, quindi, con pendenze dure ma costanti, che permettono di trovare e mantenere il passo ideale, specialmente se sulla vostra bicicletta montate rapporti agili.
A circa metà strada, un bivio posto in prossimità di un rifugio segna l’inizio di una stretta strada in salita: è quella che conduce all’ingresso delle 52 gallerie del Pasubio, che abbiamo percorso durante il mese di settembre.

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Durante l’ascesa del passo

La strada che percorre la parte finale del passo continua a presentare pendenze impegnative, sempre superiori al 10%: la presenza di tornanti e di un panorama sempre più a 360 gradi, aiutano sicuramente a rendere questo ultimo tratto più piacevole!
Poco prima della cima, la strada spiana e un cartello segnala il confine tra il Veneto e il Trentino (località Vallarsa): giunti a questo punto si può approfittare dell’ampio e fornito rifugio “Al Passo” per fare una sosta.

Punti di interesse storici e naturalistici

L’ampio parcheggio presente in cima è anche il punto di partenza per una serie di escursioni: oltre a diversi sentieri, da qui è possibile raggiungere facilmente lossario monumentale del Pasubio, situato poco distante, e l’Alpe di Campogrosso. Entrambi i luoghi, di grande interesse storico e naturalistico, meritano un post a parte!
In alternativa, potete puntare le ruote verso Rovereto, che dalla cima del passo dista soltanto 26 chilometri. Anche questo versante merita assolutamente di essere provato anche in salita!

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La lunga e spettacolare discesa verso Rovereto

Percorrere il passo Pian delle Fugazze è sempre magico: questa strada permette di immergersi non soltanto in una natura rigogliosa e selvaggia, ma anche in un capitolo di storia tristemente famoso, il cui ricordo oggi è più vivido che mai, soprattutto in questi luoghi.
Lo sapevamo già, ma ora ne siamo sempre più convinti…le Piccole Dolomiti non hanno nulla da invidiare alle loro sorelle maggiori!

Manuela e Filippo

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