Croce d’Aune in bicicletta: la salita dal versante di Pedavena

Croce d’Aune in bicicletta: la salita dal versante di Pedavena

Tra le vette feltrine e le dolomiti bellunesi: passo Croce d’Aune

Dopo aver pedalato sul Monte Grappa, sull’Altopiano di Asiago e sulle salite delle Piccole Dolomiti, il nostro viaggio in bicicletta alla scoperta del Veneto continua nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Abbiamo scelto di spostarci verso Feltre e Belluno, iniziando a scoprire uno dei passi più famosi della storia del ciclismo: il Croce d’Aune. Sembra che proprio qui Tullio Campagnolo, fondatore della famosissima azienda di componenti ciclistici, abbia avuto l’idea di progettare lo sgancio rapido, in seguito a delle difficoltà meccaniche durante una competizione.

La strada subito dopo aver lasciato Pedavena

Il Croce d’Aune è poi entrato a far parte di competizioni professionistiche e amatoriali: il Giro d’Italia lo ha affrontato in più edizioni (i corridori passeranno di qui anche nel corso del 2019). La dura granfondo Sportful lo ha inserito come ultimo passo da affrontare prima di tornare a Feltre dopo Cima Campo, Passo Manghen e Passo Rolle.

Il panorama all’inizio della salita

Altimetria e caratteristiche del passo Croce d’Aune

Il Croce d’Aune collega Feltre all’altopiano di Sovramonte, comune sparso composto da sette frazioni tra cui rientra anche Aune. Da Pedavena (BL), il passo, è lungo poco meno di 9 chilometri e presenta una pendenza media del 7,8%. Tolto il chilometro iniziale, in cui le pendenze sfiorano il 12%, la salita non presenta particolari difficoltà dal punto di vista altimetrico: la percentuale infatti si mantiene sempre sotto il 10% e la strada sale regolarmente. Lo scollinamento avviene a quota 1011 metri, in prossimità di un piccolo gruppo di case e strutture turistiche.
Più lunghi dal punto di vista del chilometraggio, ma meno duri, sono i versanti da Ponte Serra e Ponte d’Oltra: non li abbiamo ancora affrontati in salita ma sicuramente avremo modo di provarli.

La valle feltrina avvolta dalla nebbia

Croce d’Aune: perchè ci è piaciuto scalarlo

Prima di affrontare una salita che non conosciamo cerchiamo sempre informazioni piuttosto dettagliate, ma una cosa su cui non eravamo sicuramente preparati sono gli splendidi panorami offerti dal Croce d’Aune. Sebbene gran parte della salita sia protetta dall’ombra del bosco, non mancano punti in cui la vista si apre completamente, sia sulla valle che sulle Vette Feltrine. La roccia di queste montagne, che fanno parte del gruppo più meridionale delle Dolomiti, svetta dai boschi che ne ricoprono i fianchi, offrendo colpi d’occhio davvero suggestivi.
Se la salita stupisce, il panorama dalla cima è davvero notevole: si possono ammirare gli imponenti fianchi delle Vette Feltrine, tra cui svetta il profilo piramidale del Monte Pavione. Proprio questa montagna, con i suoi 2334 metri d’altezza, è la cima più alta del gruppo.

La parte centrale del passo

Croce d’Aune: una grande possibilità di scelta tra molti itinerari

Un’altra caratteristica che abbiamo apprezzato di questa salita è che una volta giunti in cima è possibile allungare il giro andando ad inserire altre interessanti salite. Noi abbiamo scelto di tornare verso la Valsugana attraversando l’altopiano di Sovramonte: percorrendo la strada provinciale 473 è possibile pedalare verso Lamon e Roa, fino ad arrivare all’imbocco del passo Brocon. Da questo punto è possibile puntare le ruote verso la Valsugana (passando per Castello Tesino), oppure scalare il Brocon per raggiungere Fiera di Primiero e la Valle del Vanoi.
In alternativa, scendendo dal Croce d’Aune, è possibile pedalare verso Zorzoi: da qui Imer e Fiera di Primiero sono raggiungibili attraverso la strada statale 50.

Scendendo verso l’altopiano di Sovramonte

Noi stiamo già programmando un itinerario che ci consenta di provare gli altri due versanti del Croce d’Aune. Voi, invece, se li avete già provati…raccontateceli nei commenti: siamo davvero curiosi!

Link utili

Filippo e Manuela


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2 thoughts on “Croce d’Aune in bicicletta: la salita dal versante di Pedavena”

  • Ciao, fatto ieri con un’afa pazzesca. Concordo con quanto scritto solo una raccomandazione: ricordare di riempire le borracce a Pedavena, io poco dopo l’inizio della salita ho finito tutto e mi sono letteralmente trascinato alla prima fontana (dopo 5-6 km al cosiddetto “punto di ristoro”).
    Ho anche piacevolmente notato che finalmente anche in Veneto iniziano a segnare decentemente i percorsi ciclabili 👍

    • Ciao Daniele, ci era sfuggito il commento, sorry! Grazie per il consiglio, noi lo avevamo fatto di mattina presto e una borraccia era bastata, chiaramente a luglio è tutta un’altra storia, essendo poi una salita per la maggior parte al sole! E’ un po di tempo che non veniamo da quelle parti ma siamo contenti che finalmente le segnalazioni comincino a migliorare, ottima notizia! 😉

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