Vi è mai capitato di raggiungere un rifugio di montagna in bicicletta e osservare con sana invidia gli escursionisti che si preparano a camminare lungo qualche sentiero? Per noi è praticamente una costante ed è proprio questo che ci ha convinto ad aprire la rubrica Giù dai pedali. Durante uno dei nostri itinerari in bicicletta scorgiamo un sentiero? Ci torniamo il prima possibile per percorrerlo a piedi!
Proprio per questo lo scorso settembre siamo tornati sulle Piccole Dolomiti vicentine presso il Rifugio Battisti (CAI Valdagno, VI) per percorrere uno dei sentieri che partono dalla struttura.
Camminando dal Rifugio Battisti (VI) verso il monte Plische
Verso il Rifugio Scalorbi sul sentiero CAI 110 e 111
Abbiamo trascorso la giornata con Antonio (papà di Manuela e nostro compagno di trekking privilegiato) che i lettori più fedeli del blog ricorderanno sicuramente! Essendo arrivati presso il rifugio a metà mattinata, abbiamo archiviato il kit da ferrata e ci siamo concessi un tranquillo ma intenso trekking fino al rifugio Scalorbi (Ala, TN).
Dopo aver chiesto consiglio ai gestori del rifugio abbiamo scelto di raggiungerlo tramite due sentieri CAI (110 e 111). Vi riepiloghiamo brevemente le loro caratteristiche perché purtroppo abbiamo constatato una cartellonistica scarna e priva di informazioni:
- CAI 110 (Lunghezza: 2300 metri – Dislivello: 450 metri – Durata: circa 1 ora)
- CAI 111 (Lunghezza: 900 metri – Dislivello: 260 metri – Durata: meno di un’ora)
La parte iniziale del sentiero CAI 110
La nostra escursione: mediamente impegnativa e piena di sorprese
Il sentiero 110 parte direttamente dal rifugio e nella sua parte iniziale risale le pendici del Monte Plische. Richiede un discreto allenamento, soprattutto di fiato, ma offre panorami indimenticabili sulle pareti di roccia verticali che formano una vera e propria conca attorno al sentiero. Dopo circa un’ora si giunge ai piedi di un ampio ghiaione. E’ qui che abbiamo imboccato la diramazione del sentiero avventurandoci lungo il secondo (sentiero 111). Da questo punto in poi l’ascesa è stata più lenta e leggermente più faticosa ma dopo circa quarantacinque minuti abbiamo superato il forcellino Plische e siamo scesi verso la località Campobrun. Siamo stati ricompensati da un panorama mozzafiato sull’intera vallata (area protetta dal 1971) e su Cima Carega, la più alta dell’intero gruppo montuoso.
Guardando verso valle
Salendo verso forcellino Plische
Il punto in cui il sentiero CAI 110 si dirama nel sentiero CAI 111 (sconsigliato in salita a causa di recenti frane)
Rifugio Scalorbi: nel cuore della Riserva naturale di Campobrun
Dopo due intense ore di trekking abbiamo approfittato del rifugio Scalorbi per una rigenerante pausa!
Questa accogliente struttura si trova subito dopo aver passato il confine tra Veneto e Trentino. Situata a 1767 metri di quota è il punto di riferimento per tutti gli escursionisti che scelgono di esplorare il cuore delle Piccole Dolomiti. Dal rifugio partono decine di sentieri che collegano la vallata agli altri rifugi (Battisti, Campogrosso) e alle principali cime circostanti. Da qui si raggiunge anche la cima più alta delle Piccole Dolomiti, Cima Carega (2259 metri).
D’altra parte il rifugio Scalorbi si trova in una posizione veramente privilegiata e i suoi gestori contribuiscono a renderlo un piacevolissimo punto di arrivo o di passaggio. Noi ad esempio, programmando la nostra prossima escursione, ci siamo regalati un piatto di wurstel e crauti e uno a base di polenta, funghi e formaggio!
Scendendo verso il Rifugio Pompeo Scalorbi
La vallata di Campobrun e il rifugio Scalorbi (TN)
Il punto in cui le Piccole Dolomiti vicentine confinano con i Monti Lessini veronesi. L’ampia strada sterrata sul fianco della montagna è lunga tredici chilometri (sentiero CAI 109)
Alcuni dei sentieri che partono dal Rifugio Scalorbi
I sentieri delle Piccole Dolomiti: un tesoro ancora intatto
Nonostante sia stata la nostra prima volta a piedi su queste montagne, l’escursione ha confermato l’impressione che le Piccole Dolomiti siano ancora montagne poco frequentate. Riflettevamo su questo aspetto già durante i nostri giri in bicicletta (abbiamo scalato il passo Pian delle Fugazze, raggiunto il Rifugio Battisti in bicicletta e percorso la Strada delle Sette Fontane). Infatti, considerando il giorno della settimana, domenica, e le ottime condizioni metereologiche, non possiamo dire di aver trovato troppa folla.
Mentre però da una parte è un piacere percorrere i sentieri godendo del silenzio della montagna, d’altra parte lo scarso afflusso di escursionisti non contribuisce alla valorizzazione dei sentieri di queste splendide montagne. Ci è capitato in diversi punti di perdere le segnalazioni oppure di arrivare a un bivio e non sapere da che parte proseguire. Fortunatamente sappiamo orientarci e abbiamo avuto la fortuna di incrociare escursionisti che conoscevano la zona meglio di noi. Sotto questo punto di vista il Veneto da ancora tanto da imparare dal vicino Trentino.
Le imponenti pareti del Plische
Informazioni utili
- Mentre il sentiero 110 è percorribile senza difficoltà, il 111 è adatto soltanto a escursionisti esperti. In alternativa è possibile proseguire lungo il sentiero 110 che conduce al Passo della Lora (o Passo delle Tre Croci) e poi al Rifugio Scalorbi;
- A causa delle piogge estive, molti punti del sentiero 111 sono stati coperti da frane di grosse dimensioni che possono rallentare la risalita del ghiaione oltre che nascondere la segnaletica bianco-rossa;
- Prima di percorrere ogni sentiero di questa zona chiedete informazioni ai gestori dei rifugi: le Piccole Dolomiti, così come altre montagne, sono soggette a frane che possono ostruire o cancellare alcuni tratti di sentiero.
Link
- Rifugio Battisti in bicicletta: https://cyclinginlove.com/2017/10/18/rifugio-battisti-in-bicicletta/
Manuela e Filippo (con fotografie e compagnia di Antonio!)