Dopo qualche mese di pausa dovuto agli impegni ciclistici della stagione, siamo felici di aver ripreso a pieno ritmo l’appuntamento mensile con la rubrica Giú dai pedali. La pubblicazione di questo mese ci porta alla scoperta delle Dolomiti di Sesto (Veneto e Alto Adige), che abbiamo parzialmente esplorato lo scorso settembre. Pronti a partire virtualmente con noi per il trekking dal rifugio Auronzo al Monte Paterno (2746 metri)?

Di cosa parleremo in questo articolo
- I retroscena di un fine settimana dolomitico - Un'alba sulle Dolomiti di Sesto: il regalo più bello - Il nostro trekking dal rifugio Auronzo al monte Paterno - Impressioni sulla ferrata De Luca-Innerkofler - Camminare tra le Dolomiti è sempre un'esperienza unica - La nostra attrezzatura - Informazioni
I retroscena di un fine settimana dolomitico!
Chi ci segue da piú tempo sa bene che il nostro fine settimana ideale prevede la combinazione di due attività: ciclismo e trekking! Per sfruttare al meglio gli ultimi giorni dell’estate 2019, durante il mese di settembre abbiamo deciso di concederci un fine settimana a Cortina (BL).
Scegliere tra le innumerevoli possibilità che questa zona offre agli amanti dell’outdoor non è stato affatto facile! Alla fine, mappa alla mano, ci siamo diretti verso un luogo che avevamo in programma di vedere da molti mesi: le Dolomiti di Sesto. In particolare ci siamo concentrati su una delle attrazioni principali della zona, ovvero le Tre Cime di Lavaredo.
Non paghi di aver scalato (il sabato) la durissima salita che conduce dal lago di Misurina al rifugio Auronzo (situato alla base delle Tre Cime) il giorno successivo abbiamo percorso a piedi alcuni dei meravigliosi sentieri di questo gruppo dolomitico. Avendo solo una giornata a disposizione abbiamo deciso di raggiungere il Monte Paterno dal rifugio Auronzo.
Un’alba sulle Dolomiti di Sesto: il regalo più bello
La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano il rifugio nella quiete, come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte.
Guido Rey (alpinista, scrittore e fotografo italiano)
È con questa citazione in testa che domenica, con le gambe ancora indolenzite dalla salita del giorno precedente, siamo saltati in piedi alle quattro di mattina. Dormire qualche ora in piú avrebbe significato non solo perdere tempo in fila per raggiungere il rifugio Auronzo (l’accesso alla salita avviene previo pagamento di un pedaggio) ma anche mancare uno degli appuntamenti piú suggestivi riservati agli amanti della montagna: l’alba sulle Dolomiti. Dopo una veloce colazione in macchina era questo lo spettacolo che ci attendeva.

Il nostro trekking dal rifugio Auronzo al Monte Paterno
Per raggiungere la cima del monte Paterno abbiamo diviso l’escursione in due parti. Inizialmente abbiamo raggiunto il rifugio Locatelli dal rifugio Auronzo. I sentieri sui quali si procede (104 e 101) sono molto frequentati non solo per la loro facilità, ma anche per la vista che offrono sulle Tre Cime di Lavaredo. Abbiamo impiegato circa un’ora a coprire questo primo tratto: l’ambientazione era davvero troppo suggestiva per non fermarsi a scattare delle foto!
La seconda parte del trekking è iniziata dal rifugio Locatelli, punto in cui abbiamo indossato il kit da ferrata. Da qui in poi, un breve tratto di sentiero, una lunga serie di gallerie scavate nella roccia e una ferrata conducono sulla cima del Monte Paterno. Abbiamo percorso questo secondo tratto in circa 2 ore e mezzo. Per il rientro al rifugio Locatelli e al rifugio Auronzo avevamo diverse possibilità:
• percorrere a ritroso la stessa via dell’andata;
• percorrere il sentiero attrezzato delle forcelle;
• scendere verso i Laghi dei Piani (Sesto, BZ) dal ghiaione che inizia in prossimità delle gallerie percorse all’andata. A causa della mancanza di tempo abbiamo optato per questo percorso.





Impressioni sulla ferrata De Luca – Innerkofler
Come premettiamo in ogni articolo in cui parliamo di vie ferrate, non abbiamo la pretesa di fornire caratteristiche tecniche sul percorso (per questo rimandiamo a siti del settore). Come sempre, ci limitiamo a riportare soltanto le nostre impressioni dato che buona parte del trekking dal rifugio Auronzo al Monte Paterno si svolge in ferrata.
Percorrere la ferrata De Luca – Innerkofler è stato per noi molto piacevole. Non abbiamo trovato particolari difficoltà affrontando le varie sezioni che la compongono. Il nostro unico consiglio riguarda la scelta dell’orario di percorrenza. Il monte Paterno, essendo una delle cime più frequentate della zona, attrae infatti centinaia di escursionisti e il grande afflusso di persone può aumentare le probabilità di caduta di sassi. Noi ad esempio abbiamo riscontrato questo problema in discesa (Filippo è stato colpito da un sasso caduto dall’alto). A questo proposito ricordiamo che che il casco non è accessorio ma è una parte essenziale del kit da ferrata.


Camminare tra le Dolomiti è sempre un’esperienza unica
Le Dolomiti, patrimonio Unesco dal 2009, non hanno bisogno di grandi presentazioni. La loro fama precede la bellezza inimitabile di queste formazioni rocciose che fin dagli albori dell’alpinismo e dell’escursionismo sono un’ambitissima meta per tutti gli amanti dell’outdoor.
Guglie rocciose di tutte le forme e dimensioni, limpidissimi laghi alpini e un paesaggio cosí bello da sembrare irreale, sono stati i regali più belli che abbiamo ricevuto da questa escursione. Il trekking dal rifugio Auronzo al Monte Paterno è sicuramente uno dei percorsi più panoramici della zona: sapevamo che sarebbe stato meraviglioso ma non ci aspettavamo prospettive tanto divers e straordinarie sulle Tre Cime di Lavaredo e le montagne che lo circondano. Ci sentiamo di consigliarlo a tutti coloro che hanno giá dimestichezza con le vie ferrate e dispongono di un’intera giornata (noi camminando con calma abbiamo impiegato circa 8 ore a concludere il giro). Prima di lasciarvi con l’abituale box sulle informazioni utili, ecco qualche altro scatto della giornata!

La nostra attrezzatura
Essendo, quello appena descritto, un trekking molto lungo, abbiamo cercato di limitare il peso dello zaino portando con noi soltanto lo stretto necessario ad affrontare la scalata. Ecco in cosa consisteva la maggior parte della nostra attrezzatura:
– Scarpe (Manuela): https://amzn.to/2RcefSZ
– Scarpe (Filippo): https://amzn.to/36QdW72
– Maglia intima: https://amzn.to/36dJ7se
– Antivento: https://amzn.to/2FQLR3z
– Camelback: https://amzn.to/2RVQsbu
– Imbrago Alpinismo: https://amzn.to/2GUDN2d
– Kit ferrata: https://amzn.to/2SfDMew
– Casco: https://amzn.to/3b9gkIw
– Bastoncini: https://amzn.to/2SmEaYC
– Torcia frontale: https://amzn.to/3dAAoF8

Informazioni
• Come accennato, l’accesso al rifugio Auronzo avviene previo il pagamento di un pedaggio (qui i prezzi per i vari veicoli). Una piccola dritta: la cassa non apre prima delle 6, quindi puntate la sveglia di notte se come noi volete evitare lunghe file;
• Poco dopo aver lasciato il rifugio Locatelli, prima di affrontare la ferrata, ci si addentra nella lunga e verticale galleria Paterno che è necessario affrontare con una torcia;
• La ferrata che conduce sulla vetta del Monte Paterno è intitolata a Pietro De Luca e Sepp Innerkofler. Innerkofler è stato un alpinista e militare austriaco che perse la vita proprio sul monte Paterno nel 1915. Pietro De Luca, morto nel 1973, ha preso parte alla Prima Guerra Mondiale come soldato arruolato nel corpo degli alpini. Entrambi hanno combattuto sul Monte Paterno.
Link
• Dolomiti di Sesto: https://it.wikipedia.org/wiki/Dolomiti_di_Sesto
Manuela e Filippo
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