Trekking sulle Dolomiti Friulane: percorso ad anello con due notti in quota

Trekking sulle Dolomiti Friulane: percorso ad anello con due notti in quota
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Fino a qualche anno fa anche noi, come tante altre persone che conosciamo, eravamo convinti che per dover fare un viaggio fosse necessario guidare per ore, percorrere centinaia di chilometri in treno o prendere un aereo. Poi abbiamo scoperto, passateci il termine, il piacere della mobilità lenta, quella in bicicletta e a piedi, che ti consente di riconsiderare luoghi relativamente vicini a casa e stupirti di territori che credevi di conoscere. Quest’anno più che mai (a causa del COVID), abbiamo scelto di rimanere nella regione in cui viviamo (il Friuli), dedicando parte delle nostre ferie ad un suggestivo e impegnativo trekking sulle Dolomiti Friulane. Pronti a scoprire con noi una nuova dimensione di montagna? 😉

Come sapete, nella rubrica Giù dai pedali trovate relazioni di trekking, percorsi e vie ferrate che abbiamo scoperto attraversando il territorio in bicicletta. L’escursione di questo mese non fa eccezione perchè parte dalla Val Cimoliana, una delle sette valli del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane che abbiamo parzialmente percorso in bicicletta.

Di cosa parleremo in questo articolo

- Il percorso in breve
- Un lungo trekking sulle Dolomiti Friulane con due emozionanti notti in quota
- Scarica la traccia nel formato che preferisci
- La nostra attrezzatura
- Dal rifugio Pordenone al Campanile della Val Montanaia
- Dal Campanile alla Val d'Arade
- Dalla Val d'Arade al bivacco Marchi Granzotto
- Dal bivacco Marchi Granzotto al rifugio Pordenone
- Tre motivi per fare trekking sulle Dolomiti Friulane
- Punti acqua e altre informazioni utili
- Link

Il percorso in breve

- Lunghezza: 17 chilometri
- Dislivello: 1700 D+
- Quote: 1249 (minima) - 2333 (massima)
- Periodo consigliato: maggio-ottobre (verificare presenza neve)
- Fondo: prevalentemente ghiaioso e roccioso 
- Punti di ristoro: zero. Solo rifugio Pordenone (inizio e fine anello)

Un lungo trekking sulle Dolomiti Friulane con due emozionanti notti in quota

Dove non arrivano le ruote di una bicicletta arrivano gambe allenate mosse da grande curiosità e determinazione. E’ questo lo spirito con il quale abbiamo progettato l’itinerario che state leggendo. Il nostro obiettivo era infatti quello di vedere di persona il Campanile della Val Montanaia, uno dei simboli del Friuli Venezia Giulia e il bivacco Marchi Granzotto, incastonato in una cornice paesaggistica unica nel suo genere. Entrambi rientrano nell’area dello splendido e poco frequentato Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Approfittando delle ferie abbiamo scelto di unire queste due destinazioni con un giro ad anello di 17 chilometri e circa 1900 metri di dislivello che per motivi di sopravvivenza (zaini pesantissimi) abbiamo diviso in due giorni. Dopo aver parcheggiato l’auto in prossimità del rifugio Pordenone (1249 metri), abbiamo raggiunto e pernottato sotto il magnifico Campanile della Val Montanaia (2173 metri). Il giorno successivo, scalata forcella Montanaia (2333 metri) siamo scesi in Val D’Arade e abbiamo raggiunto il bivacco Marchi Granzotto dopo aver superato forcella Monfalcon di Forni. Il terzo giorno del trekking è infine stato quello del rientro al rifugio Pordenone tramite la parte terminale della Val Cimoliana.

Scarica la traccia nel formato che preferisci

La nostra attrezzatura

La montagna è fatica e sudore e questa è una lezione che abbiamo imparato fin dai bambini, quando attendevamo con gioia le rare giornate di trekking che ci venivano concesse un paio di volte all’anno. Questo assunto vale soprattutto nei casi in cui si voglia rinunciare al proprio letto per trascorrere una o più notti in quota. Lo sforzo durante le salite sarà almeno doppio ma la gioia di dormire sotto un cielo stellato è, almeno per noi, indescrivibile. Anche durante questo trekking abbiamo dovuto fare i conti con zaini abbastanza pesanti (tra i 14 e i 16 chili) che però contenevano tutto quello di cui avevamo bisogno per trascorrere serenamente e in totale autonomia tre giorni in montagna senza l’appoggio di un bivacco. Ecco una lista quasi completa della nostra attrezzatura:

Abbigliamento

– Felpe: https://amzn.to/2taJSEy
– Scarpe (Manuela): https://amzn.to/2RcefSZ
– Scarpe (Filippo): https://amzn.to/36QdW72
– Antivento: https://amzn.to/2FQLR3z
– Maglia intima Sixs: https://amzn.to/36dJ7se

Attrezzatura

– Cibo disidratato: 6 buste (Decathlon e Sportler)
– Tenda Trek 500 2 posti (Decathlon)
– Materassini gonfiabili Trek 700 (Decathlon)
– Sacchi a pelo: Meru (Sportler)
– Cuscino: https://amzn.to/2G2prQ8
– Camelback: https://amzn.to/2RVQsbu
– Bastoncini: https://amzn.to/2SmEaYC
– Fornello: https://amzn.to/33U3avN
– Bombole: https://amzn.to/3CUAshG
– Gavetta: https://amzn.to/39rYSgx
– Filtro per l’acqua: https://amzn.to/2YOr4Yq
– Coperta termica d’emergenza: https://amzn.to/35GxUkE
– Garmin inReach mini: https://amzn.to/2YLj6zV
– Kit primo soccorso: https://amzn.to/2YHORty

E ora, dopo aver risposto alla domanda più ricorrente sui social durante queste avventure (“ma cosa portate con voi”?), ecco una breve descrizione delle tappe del nostro trekking sulle Dolomiti Friulane.

Dal rifugio Pordenone al Campanile della Val Montanaia – CAI 353

Sabato 8 agosto, dopo aver salutato il gestore del rifugio Pordenone con un bel “ci rivediamo lunedì”, abbiamo imboccato il sentiero CAI 353 alla volta del Campanile della Val Montanaia. Questa è una delle rare volte in cui i numeri dicono tutto: in poco meno di tre chilometri si scalano quasi 900 metri di dislivello con pendenze molto impegnative che hanno messo alla prova molte delle persone che abbiamo incontrato in salita. A rendere più pesante l’ascesa, nel nostro caso, sono state anche le alte temperature. In ogni caso, la frase più ripetute dalle persone che scendevano era: “in cima troverete il paradiso”, un incoraggiamento davvero efficace e soprattutto veritiero. Come si dice in questi casi…giudicate voi!

Dal Campanile alla Val d’Arade

Dopo una lunga e tranquilla notte in tenda siamo partiti alla volta del bivacco Marchi Granzotto. Mentre le prime luci di un nuovo giorno illuminavano le pareti dell’anfiteatro dolomitico che circonda il Campanile noi raggiungevamo piuttosto faticosamente forcella Montanaia. Il sentiero risale un ghiaione scosceso ma, poco dopo, visto il punto in cui dovevamo scendere, abbiamo rivalutato la sua comodità. La discesa verso la Val d’Arade è stata infatti piuttosto impegnativa. Il sentiero, estremamente ghiaioso e franoso è molto tecnico e assolutamente non adatto a tutti. A metà strada la discesa è diventata così impegnativa che abbiamo proseguito in modalità trail running affondando direttamente i talloni nel ghiaione che occupa il centro della vallata. In questo modo abbiamo evitato di affaticare ulteriormente le gambe oltre che dimezzato i tempi di discesa.

Dalla Val d’Arade al bivacco Marchi Granzotto – CAI 342

Può sembrare strano da leggere ma una volta che vi sarete lasciati alle spalle la discesa appena descritta, il grosso dello sforzo sarà finito! La salita che conduce a forcella Monfalcon di Forni è quasi una passeggiata. Le pendenze sono molto regolari e si risale una vallata dolomitica così bella e suggestiva che la fatica è davvero l’ultima sensazione che si prova. Inoltre, una volta scavallata la forcella, il bivacco dista solo 40 minuti ed è ben visibile (fattore che aiuta molto a livello psicologico). Sia la salita alla forcella che la discesa al bivacco sono molto agevoli: non abbassate la guardia (state pur sempre attraversando un ambiente alpino) ma concedetevi molte soste fotografiche!

Dal bivacco Marchi Granzotto al rifugio Pordenone – CAI 359

La seconda lezione che abbiamo imparato prendendo confidenza con il mondo del trekking è: mai fidarsi delle tempistiche CAI di percorrenza dei sentieri. Un incoraggiante segnavia indica che dal Marchi Granzotto al rifugio Pordenone occorrono 2 ore e mezza. In realtà, a meno che non abbiate uno zaino comprensivo di razzi oppure una tuta alare, se siete veloci dovrete calcolare almeno un’ora in più. Se poi siete reduci da pasti disidratati e due notti in tenda come noi, le ore sono almeno 4. La discesa al rifugio Pordenone non è impegnativa ma è sicuramente molto lunga. Occorre raggiungere prima il fondovalle (si esce dal bosco e si raggiunge la Val Cimoliana presso casera dei Pecoi), poi Casera Meluzzo e infine il rifugio Pordenone. Tra l’altro, il sentiero di rientro verso il Pordenone è franato in diversi punti e occorre prestare attenzione alla segnaletica e alle deviazioni sul torrente Cimoliana.

Tre motivi per fare trekking sulle Dolomiti Friulane

Se, nonostante quello che avete appena letto, vi state chiedendo il motivo per il quale valga la pena visitare questi luoghi, abbiamo la risposta pronta (e no, non ci guadagniamo niente se scegliete di ripetere il nostro stesso percorso ;). E allora perchè scrivere questo paragrafo? Il motivo è semplice: fin dalla prima volta in cui ci siamo addentrati in Val Cimoliana ci siamo innamorati di queste cime e siamo fortemente convinti che questa sia ancora una delle poche destinazioni delle Dolomiti in cui è possibile vivere la montagna senza troppe comodità, com’è giusto che sia. Venite a scoprire questa dimensione se anche voi…

Amate le montagne selvagge e incontaminate

Dimenticate i grandi rifugi attrezzati con le porte a scorrimento automatico e gli impianti di risalita delle Dolomiti. Qui dovrete cavarvela con le vostre forze e fare affidamento soltanto sulla natura e su quello che avete messo nei vostri zaini.

Non volete fare la fine degli escursionisti che fanno la fila sui sentieri

E’ vero, il Campanile della Val Montanaia è una meta molto gettonata ma qui non troverete mai centinaia di escursionisti improvvisati che affrontano i sentieri con le scarpe da ginnastica. Chi sceglie queste montagne sa che, anche di domenica, ci sarà sempre spazio per tutti. Le Dolomiti Friulane sono montagne diverse, provare per credere.

Siete amanti degli scenari dolomitici

C’è chi preferisce strade forestali, prati e colline e chi contemplerebbe 24 ore al giorno guglie e torrioni dolomitici. Se come noi guardereste pareti, rocce e roccette dalla mattina alla sera (per non parlare della notte!) qui troverete maestosi scenari per i vostri occhi. E mi raccomando, osservate bene le formazioni rocciose perchè non sono rari gli avvistamenti di camosci e altra fauna alpina!

Punti acqua e altre informazioni utili

Prima di salutarvi, vi lasciamo alcune informazioni generali sul percorso (le classiche cose che avreste voluto sapere prima di iniziare a camminare ma che nessuno vi dirà!).

Come raggiungere il rifugio Pordenone

L’attrezzato e bellissimo rifugio Pordenone, nei pressi del quale è possibile parcheggiare l’auto prima di iniziare a percorrere uno dei numerosi sentieri della zona, è facilmente raggiungibile da Cimolais (PN). Una volta giunti qui non dovrete far altro che seguire le ben visibili indicazioni per la Val Cimoliana che vi condurranno ad una piccola casetta di legno e una sbarra. L’accesso alla strada è infatti a pagamento ma niente paura: l’esiguo costo di accesso (6 euro solo nei weekend) viene utilizzato per i numerosi lavori di manutenzione della strada che per 10 chilometri si addentra nella valle fino al rifugio. Per completezza di informazione, segnaliamo che è possibile percorrere gratuitamente la valle a piedi e in bicicletta e che la strada viene generalmente chiusa nel periodo invernale.

Punti acqua

L’acqua è vita e in montagna è vero più che mai. Sole, quota e fatica fanno si che lo spettro della disidratazione incomba su di voi dal primo all’ultimo passo. Dato che non disponiamo di sherpa e che la capienza delle nostre camelback è limitata (due litri) prima di trascorrere due notti e tre giorni in montagna (senza alcun punto di appoggio intermedio) ci siamo accertati con il gestore del rifugio Pordenone della portata idrica dei ruscelli precedentemente individuati sulle mappe. Come ci è stato correttamente riferito, sia lungo il sentiero di risalita della Val Montanaia che nei pressi del bivacco Marchi Granzotto erano presenti punti in cui fare rifornimento.

Bivacchi

I bivacchi che si incontrano in questo trekking sono due: il Perugini (posto di fronte al Campanile della Val Montanaia) e il Marchi Granzotto (val Monfalcon di Montanaia). Se anche voi amate trascorrere la notte in queste strutture saprete sicuramente che al momento, a causa del COVID, è preferibile non utilizzarle se non per motivi d’emergenza. L’accesso al bivacco non è vietato, ma l’escursionista può scegliere di trascorrervi la notte a proprio rischio e pericolo. Per ovvi motivi non è possibile sanificare le strutture nè sapere in anticipo se ci saranno o meno altre persone. Per ovviare a questo problema noi abbiamo portato la tenda, sapendo di poter utilizzare il bivacco in caso di emergenza (esempio: temporale).

Link

Filippo e Manuela

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