«Se vai nelle Giulie, ovunque lo vedrai
Inno al Montasio
è il più bello, il più maestoso
Jôf di Montasio re delle Giulie.
Ovunque dalla Val Dogna,
dalla Saisera e da Nevea
lo vedrai come un re dominar.
Ascolta! senti questi canti?
Questi canti sono un inno
sono un inno alla Montagna, alle Giulie,
al Montasio»
Lunghezza: 10 km
Dislivello: 1300 D+
Durata: 9 – 11 ore
Quota partenza e arrivo: 1660 metri (rifugio Brazzà)
Quota massima: 2754 metri (cima dello Jôf di Montasio)
Periodo consigliato: estate
Fondo: sentiero – parete
Punti di ristoro: nessuno (solo rifugio Brazzà in partenza e arrivo)
Prima di raggiungere la cima dello Jôf di Montasio (2754 metri), nel corso di una scalata epica di 11 ore, associavamo il nome Montasio solo al famoso formaggio. Ovviamente stiamo scherzando 😉! Era dall’inizio del 2019, data del nostro trasferimento in Friuli, che attendevamo l’occasione giusta per scalare questa montagna, scoperta precedentemente anche in bicicletta. La giornata perfetta si è presentata a metà settembre 2020: con noi c’era anche Antonio, il papà di Manuela, grande arrampicatore e perenne assetato di nuove vette! Equipaggiati di kit da ferrata e ottime intenzioni, quel giorno abbiamo portato a termine un’escursione memorabile raggiungendo la cima dello Jôf di Montasio tramite la ferrata Leva. Vediamo com’è andata ma soprattutto scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su questo itinerario alpinistico in questa nuova puntata della rubrica Giù dai pedali.

Di cosa parleremo in questo articolo
– Jôf di Montasio: conosciamo meglio il Re delle Giulie
– Come raggiungere la cima dello Jôf di Montasio
– Il nostro itinerario
– Caratteristiche della ferrata Leva
– Fattori di rischio della salita allo Jôf di Montasio
– Attrezzatura ed equipaggiamento
– Non intraprendere questo itineraio se…
– Scarica gratuitamente la traccia gpx
Jôf di Montasio: conosciamo meglio il Re delle Giulie
Lo Jôf di Montasio, noto anche come “Re delle Giulie” è la montagna più alta dell’omonima catena rocciosa e la terza cima più alta del Friuli Venezia Giulia. La sua cima fù raggiunta per la prima volta nel 1877 da Herman Findenegg, alpinista austriaco che scalò la montagna dal suo versante meridionale. Le vie di salita per la cima dello Jôf di Montasio sono molto numerose e principalmente di natura alpinistica. Non essendo molto esperti dei vari accessi alla vetta, abbiamo scelto di non fornirne un elenco completo limitandoci alla descrizione dettagliata dell’itinerario che abbiamo percorso.

Il nostro itinerario
Parcheggiata l’auto lungo la strada che porta all’altopiano del Montasio, abbiamo raggiunto a piedi il rifugio Giacomo di Brazzà (l’unico della zona) e imboccato il sentiero CAI 664 che conduce in prossimità della cima di Terrarossa (2420 metri) senza raggiungerla. Abbiamo quindi incrociato le indicazioni per la ferrata Leva (sulla destra) seguendo il percorso attrezzato fino al punto in cui la ferrata si ricongiunge con la via normale. Abbiamo quindi proseguito la scalata lungo la scala Pipan che con i suoi 60 metri di sviluppo verticale ci ha permesso di raggiungere la cresta sommitale del Montasio prima e la cima poi. Siamo quindi tornati al punto di partenza ripercorrendo la via normale in discesa e tornando al rifugio Brazzà tramite il sentiero 663.






Caratteristiche della ferrata Leva
La via ferrata “Augusto ed Elenita Leva” collega la cima di Terra Rossa (2420 metri) allo Jof di Montasio attraverso la Forca Palone. La ferrata ripercorre un percorso risalente agli anni 15/18 e si sviluppa lungo cenge e camini del versante nord-ovest della Cima di Terra Rossa e cenge del versante meridionale del Modeon del Montasio. La ferrata Leva è ottimamente attrezzata con scale e corde di acciaio e appigli naturali e artificiali.
Fattori di rischio della salita allo Jôf di Montasio
Un escursionista esperto è consapevole dei pericoli che ogni trekking e arrampicata possono potenzialmente comportare. Lascesa allo Jôf di Montasio attraverso la ferrata Leva non fa eccezione: a nostro avviso, la difficoltà maggiore di questo itinerario risiede nella sua lunghezza. Noi, partendo alle ore 8.30 dal rifugio Brazzà, siamo arrivati in vetta alle 16.00 tenendo un passo anche abbastanza spedito. Le tempistiche della salita non sono tanto influenzate dalla sua lunghezza in termini di chilometri, quanto piuttosto dal terreno impervio sul quale si procede (che richiede un’attenzione costante) e dalle frequentissime scariche di sassi dai quali si è investiti. Le cadute di materiale roccioso vengono determinate sia da altri escursionisti, sia dai numerosi ungulati che popolano le pendici dello Jôf di Montasio. Un altro fattore da non sottovalutare è la totale mancanza di punti di appoggio il che presuppone uno zaino ben fornito e di conseguenza pesante.

Attrezzatura ed equipaggiamento
Se non siete incoscenti come le persone che abbiamo incontrato percorrendo questo itinerario, dovreste anche voi munirvi di una serie di attrezzature alpinistiche di base nel caso in cui vogliate raggiungere la cima dello Jôf di Montasio in sicurezza. Ecco cosa avevamo con noi.
Abbigliamento
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Equipaggiamento
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Attrezzatura da ferrata
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Non intraprendere questo itinerario se…
Il Montasio non è assolutamente una montagna da sottovalutare e come speriamo sia chiaro, a questo punto, il percorso verso la cima attraverso la ferrata Leva è lungo ed estremamente impegnativo dal punto di vista fisico e mentale. Ti sconsigliamo di percorrerlo se:
- non sei allenato per i lunghi trekking (dalle 6 ore in poi);
- hai paura degli animali selvatici;
- soffri di vertigini (sono molto frequenti gli affacci su strapiombi e i tratti da percorrere su pareti verticali);
- non disponi di attrezzatura da ferrata e casco protettivo;
- non parti con almeno 3 litri d’acqua (il percorso è completamente esposto e in caso di sole il rischio di disidratarsi è altissimo).

Scarica gratuitamente la traccia gpx
Manuela e Filippo 💙
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