La giornata perfetta in montagna, quella senza una nuvola dall’alba al tramonto, esiste.
La mia l’ho vissuta lo scorso settembre quando, in compagnia di mio papà, ho raggiunto due cime di oltre 3000 metri (il Cristallo di Mezzo e il Cristallino d’Ampezzo) durante uno splendido trekking di oltre 8 ore lungo la ferrata Bianchi e parte della ferrata Di Bona. Dopo un luglio pieno di perturbazioni e un agosto volato via, l’occasione perfetta per spuntare dalla lista questo trekking si è infatti presentata proprio il primo fine settimana di settembre. Vi porto virtualmente a scoprire questa splendida zona delle Dolomiti Ampezzane, imperdibile per gli amanti delle vie ferrate ad alta quota.

L’itinerario in breve
- Chilometri: 3,7
- Dislivello: 1000 D+
- Durata: 8-9 ore
- Quote: minima 2193 metri (rifugio privato Son Forca) – massima 3154 metri (cima del Cristallo di Mezzo)
- Periodo consigliato: estate o inizio autunno (prima della neve)
- Fondo: ghiaione – via ferrata
- Acqua: assente
- Linea telefonica: presente
- Punti di appoggio: bivacco invernale del rifugio Lorenzi (non gestito)
Di cosa parlerò in questo articolo
– Cristallo di Mezzo: dove si trova e come raggiungere l’attacco del sentiero
– Descrizione dell’itinerario
– Ferrata Bianchi
– Ferrata Di Bona
– Impressioni sul trekking
– Equipaggiamento e attrezzatura
– Scarica la traccia gpx dell’itinerario
Guarda il reel di questo trekking sul Cristallo di Mezzo ⛰️

Cristallo di Mezzo: dove si trova e come raggiungere l’attacco del sentiero
Il Cristallo di Mezzo, con i suoi 3154 metri, è la seconda cima più alta del Gruppo del Cristallo.
Questo gruppo montuoso si trova in Veneto, più precisamente a nord-est di Cortina e fa parte delle Dolomiti Ampezzane. L’accesso più diretto al Cristallo di Mezzo è da sud: percorrendo da Cortina il passo Tre Croci, quattro chilometri prima dello scollinamento, si incontra l’impianto di risalita “seggiovia Rio Gere” che conduce al rifugio Son Forca. Da qui parte il sentiero che, dopo aver risalito la Grava di Staunies (impegnativo ghiaione), conduce al dismesso rifugio Lorenzi dal quale si imbocca la ferrata Bianchi che porta in cima al Cristallo di Mezzo.

Descrizione dell’itinerario
Lasciato il rifugio Son Forca occorre seguire le indicazioni per “ferrata Marino Bianchi” e “ferrata Ivano di Bona“. Entrambe puntano alla Grava di Staunies: un tempo pista da sci (come testimoniano i piloni dell’ovovia dismessa nel 2016), oggi rappresenta per i trekkers uno dei ghiaioni più impegnativi delle Dolomiti.
Fin dall’inizio della salita l’agognata meta (forcella Staunies, 2906 metri) è ben visibile. La prima parte del ghiaione, nonostante le pendenze, si affronta abbastanza bene: è la seconda parte ad essere molto più impegnativa, tanto che negli ultimi 200 metri di salita si fatica addirittura a stare in piedi. Un cavo di acciaio aiuta nel tratto più scivoloso. Abbandonato il cavo è molto importante mantenersi sulla parte sinistra della salita (e non costeggiare la parete rocciosa sulla destra, caratterizzata da una roccia rossastra estremamente friabile). Raggiunta la forcella (noi abbiamo impiegato due ore pause incluse) si arriva al rifugio Lorenzi (chiuso dal 2016, dispone di un bivacco da utilizzare in caso di emergenza). Un approfondimento sulle motivazioni che hanno portato alla chiusura dell’ovovia e del rifugio, è disponibile a questo link.
- Il rifugio Son Forca
- La parte iniziale della Grava di Staunies
- La pendenza della Grava di Staunies (inquadrata dalla ferrata Bianchi)
- L’arrivo al rifugio Lorenzi
- Il panorama dal rifugio Lorenzi
Ferrata Bianchi
La ferrata Bianchi, che collega il rifugio Lorenzi alla cima del Cristallo di Mezzo, si sviluppa su una quota compresa tra i 2900 e i 3100 metri di quota: il percorso presenta tratti ripidi ed esposti ma è molto ben attrezzato e segnalato. A mio parere si tratta di una ferrata abbastanza variegata in termini di attrezzature e passaggi. Oltre al cavo sono infatti presenti due scalette: l’arrampicata, inoltre, si sviluppa su tratti verticali, cenge e tratti di cresta. Il tempo di percorrenza, che ovviamente è soggettivo, può variare dalle 3 alle 4 ore complessive tra andata e ritorno. L’imbocco della ferrata si trova a sinistra del rifugio Lorenzi (tenendo le spalle alla struttura). Una descrizione più dettagliata della ferrata sarà disponibile a questo link. Non mi sbilancio sulle difficoltà in quanto personalmente non l’ho trovata una ferrata impegnativa ma anche questa valutazione è soggettiva (seguono alcune foto).
Ferrata Di Bona
La famosa ferrata Ivano di Bona si sviluppa dalla parte opposta rispetto alla ferrata Bianchi: percorre prevalentemente un sentiero di cresta che si snoda tra il torrione Padeon (2719 metri) e il Vecio del Forame (2863 metri). Il tratto più famoso di questa ferrata è sicuramente il ponte in legno (il più lungo di questo genere di tutte le Dolomiti) che collega due torrioni di roccia, percorribile in sicurezza con l’imbrago nonostante la precarietà di alcune assi e la mancanza di altre. Il ponte è noto per essere stato distrutto (e poi ricostruito) in occasione delle riprese del film Cliffhanger. Ad oggi, questo tratto della ferrata rappresenta una vera e propria attrazione internazionale, tanto che moltissimi escursionisti affrontano la Grava di Staunies solo per percorrerlo. L’affollamento di questo tratto può determinare situazioni pericolose quindi è raccomandabile prestare la massima attenzione. Poco dopo aver percorso il ponte, una breve deviazione consente di raggiungere la cima del Cristallino d’Ampezzo (3008 metri). Il nostro percorso, per mancanza di tempo, è terminato qui ma uno dei miei obiettivi del 2024 è sicuramente quello di tornare su questa via ferrata per percorrerla tutta. Una descrizione dettagliata della ferrata è disponibile a questo link.
Impressioni sul trekking
L’ascesa alla cima del Cristallo di Mezzo è senz’altro stato uno dei trekking del 2023 che mi hanno regalato più soddisfazione. La giornata metereologicamente perfetta e la compagnia di mio papà, unita ad un ottimo stato di forma, mi hanno permesso di godermi davvero la giornata, nonostante l’indubbia fatica percepita sulla Grava di Staunies. Sicuramente si tratta di un trekking da programmare a stagione già avviata, dopo aver messo metri di dislivello nelle gambe e essersi ben acclimatati considerando che il trekking parte da oltre 2000 metri e supera i 3000. La particolarità dei luoghi toccati dal trekking, la bellezza dei tratti ferrati e gli ampi panorami sulle cime dolomitiche hanno reso questa giornata indimenticabile e fatto si che questo angolino delle Dolomiti Ampezzane mi sia entrato nel cuore.

Equipaggiamento e attrezzatura
L’equipaggiamento che vi consiglio è quello per un trekking impegnativo che supera i 3000 metri di quota, può durare anche più di otto ore e si svolge in un ambiente tendenzialmente privo di punti di appoggio. Mentre da una parte è bene salire leggeri a causa del faticoso ghiaione, dall’altra è opportuno avere con sè cibo e acqua in più nel caso in cui si rimanga bloccati a causa di un improvviso peggioramento delle condizioni meteo. Una lista completa della mia attrezzatura da trekking è disponibile a questo link.
Abbigliamento
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Equipaggiamento
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Attrezzatura da ferrata
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Scarica la traccia gpx dell’itinerario

Manuela
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